INCONTRO 2 SETTEMBRE 2018:

SCENDERE DALLA TESTA AL CUORE

SCENDERE NEL CUORE PER SCOPRIRE LA RICCHEZZA CHE GIÀ È DENTRO DI NOI

DALLA MENTE AL CUORE… MA CHE COSA PENSIAMO E SENTIAMO QUANDO PARLIAMO DI CUORE?

Proprio vivendo accanto a chi non sta accettando una vita terrena che sta per finire, mi fa da specchio… perché la sua paura della morte mi fa ritrovare e cercare la mia centralità della vita.

Queste sofferenze mi hanno spogliato di tutto… è stato un trovarsi a non avere più niente. Poi facendo il punto della situazione ti ritrovi dentro che alla fine resta solo l’amore, senza aspettative e pretese, solo l’amore dato e ricevuto in modo gratuito. E mi rendo conto oggi che questo amore che resta mi pone davanti alle persone che incontro in modo nuovo. Ho sempre fin da piccola amato le persone che incontravo, perché penso che nessun incontro viene per caso. Poi anche il lavoro che faccio con i bambini mi aiuta in questo dare. Ma poi con il tempo pretendevo anche un ritorno, di essere a mia volta amata, mentre ora scopro bello dare questo amore senza avere un ritorno perché ho fatto un’esperienza forte di essere amata.

Mi è successo dopo che mi è capitato un’esperienza forte di morte, che mi ha portato a chiedere a Dio non di comprendere il perché del dolore, ma di accogliere la sofferenza. In una notte stellata presa dal dolore per la morte di mio fratello guardando verso l’alto mi sono sentita di chiedere a Gesù: tu che conosci il patire dammi la grazia di accogliere questa sofferenza. In quel momento mi sono sentita avvolgere da un abbraccio caloroso che mi ha percorso tutta, facendomi percepire di essere amata come non lo ero stata mai. Questo essere avvolta dal suo amore, mi ha dato consapevolezza che mia sorella e mio fratello erano vivi e vicini a me con il loro amore. Tutto ciò mi dava una gioia grande che naturalmente non potevo dire a nessuno perché mi avrebbero presa per matta. In quel dolore ho provato una gioia profonda. E nella sofferenza ho trovato il senso della vita. Questo per me è stato una grazia perché so che il dolore può fare precipitare anche nella disperazione. Ma io attraverso la sofferenza mi sono ritrovata. È stato poi un percorso lungo da fare, perché poi quando è morto mio marito, ho dovuto darmi tutto il tempo per non restare dentro lo sconcerto dei progetti che non potevo più portare avanti insieme a lui. Ma ora sento che l’ho lasciato andare…e rimane l’amore vissuto, dato e ricevuto.

Non so perché non riesco ad avere sempre questa partenza… e quindi resto “cupita” e faccio le cose a testa bassa. Questa spontaneità è un canale buono, perché noi siamo persone buone e sarebbe belle avere quelle condizioni per esprimere il buono che è dentro di noi. Spontaneità che è tirar via le barriere, le imposizioni che anche gli altri ci mettono addosso, e i muri che mettiamo quando dobbiamo essere e rispondere ai doveri che ci spettano.

E poi c’è la quotidianità con la sua routine che a volte non ci permette di vedere la bellezza delle piccole cose che gli altri ci danno e non siamo capaci noi di dare quello che abbiamo dentro. E così i rapporti si logorano più facilmente dentro un tram- tram che non permette di avere uno sguardo diverso verso chi incontriamo sulla porta o fuori dalla porta di casa. La lontananza a volte permette di sentire e cogliere quello che è vero, quello che veramente conta, perché anche solo una telefonata ti fa sentire speciale per chi ti sta chiamando. Abbiamo bisogno di qualità nei rapporti, non per obbligo, ma perché senti che dai spontaneamente quello che conta e questo crea relazioni che fanno bene. Altra cosa fatta con il cuore è dedicarmi del tempo per me. Questo mi permette di fare chiarezza sapendo di poter parlare con Lui.

C’è stato un tempo prezioso che ho vissuto questa estate, quando abbiamo accolto a casa mia una mia amica malata di tumore che veniva da lontano. Accogliendola con il cuore è stata lei che poi mi ha dato una “botta di vita”, perché mi ha fatto comprendere la bellezza delle piccole cose, gustate con gioia, perché pur essendo piccole, semplici, prendono un altro sapore sapendo che le vivi come fosse l’ultima volta. E questo mi ha fatto scoprirne la preziosità di ciò che abbiamo e che non ce ne rendiamo conto. Accoglierla è stato bello, e la ricchezza l’abbiamo ricevuta da lei che ha avuto il coraggio di fare questo viaggio e di venire da noi portandomi anche un po’ della mia terra lontana.

Quante cose facciamo per pro-forma e pare non riusciamo più a parlarci senza più prendere il cuore e metterlo là in quello che comunichiamo tra noi. È avere anche il coraggio di dire le cose come stanno, di buttarci dentro il cuore senza avere nessuna pretesa. Può darsi che se qualcuno parte in modo diverso a comunicare e dire le cose come vanno veramente, può provocare una chiarezza diversa di dialogo tra di noi.